Il governo francese ha da poco -aprile 2018- dato il via alla distribuzione degli autovelox privati nel nord della Francia, in Normandia: più di 400 mezzi in mano ad aziende private saranno equipaggiati con dispositivi di rilevamento del limite massimo di velocità nascosti dietro vetro o targa. Il provvedimento, emanato del Dipartimento dell’Eure, esternalizza il controllo mobile della velocità ad auto private e anonime, ovvero prive di insegne che le rendano riconoscibili agli altri automobilisti, come presunto rimedio ai sempre crescenti incidenti stradali, troppo spesso mortali, causati dalle alte velocità. Secondo gli automobilisti francesi questo provvedimento non è accettabile, poiché nonostante da un lato sgravi la polizia da tale compito consentendole di concentrarsi su controlli specifici come tasso alcolemico e uso di sostanze stupefacenti, sembri dall’altro un espediente per decuplicare le multe per eccesso di velocità e intascare fino a 12 milioni di euro.
Nonostante gli interventi in a difesa del piano di Emmaunel Barbe, delegato interministeriale alla sicurezza stradale, questo progetto è stato criticato non solo dagli automobilisti, ma anche da associazioni specializzate e dal Front Natiolal che affermano la mancanza di reali effetti benefici sulla sicurezza stradale. L’associazione ’40 millions d’automobilistes’ sostiene infatti che la privatizzazione degli autovelox ha come unico obiettivo quello di depositare denaro nelle casse dello Stato a scapito dei cittadini, senza alcun effetto “riabilitativo” nei confronti di chi non rispetta le norme del codice della strada. Barbe ha infatti dichiarato, con poco riscontro: “Chi rispetta il codice della strada non ha niente da temere. Non abbiamo alcun obiettivo se non quello di ridurre il numero dei morti e dei feriti sulle strade”. Julien Thibault, presidente dell’Association victimes et citoyens si è invece pronunciato favorevole al provvedimento: “Questi radar fanno presumere il controllo diffuso e mettono in guardia i professionisti dell’eccesso di velocità equipaggiati con sistemi di rilevazione degli autovelox fissi.”
Se vedremo o meno una soluzione simile adottata in Italia ancora non è chiaro; un esito positivo o meno del progetto potrebbe però comportare la presa in considerazione da parte di altri paesi europei di un’eventuale attuazione di misure simili.