Il Parlamento italiano sta lavorando affinchè il decreto Trasparenza venga convertito in legge. Il problema sono le continue critiche e gli attacchi, prima di tutto da parte dei benzinai, che sono contro al nuovo obbligo di esporre il prezzo medio regionale del carburante nelle loro stazioni di rifornimento, per confrontarlo con quello che viene applicato. Gestori e Governo si incontreranno l’8 febbraio: tra i motivi di discussione, appunto, l’obbligo di indicare la media dei prezzi, ritenuto poco utile anche dall’Antitrust.
I distributori, infatti, sono in concorrenza tra loro nel raggio di pochi chilometri e chi pratica prezzi più bassi potrebbe essere spinto ad alzarli per allinearsi alla media, non il contrario.
Il taglio dell’IVA
L’eliminazione del taglio delle accise, che ha permesso di ottenere uno sconto di circa 30 centesimi al litro in fase di rifornimento, ha inevitabilmente portato ad un incremento dei prezzi in fase di rifornimento. Federconsumatori, associazione a tutela dei consumatori, si augura che venga presa una decisione che possa portare a una riduzione dei prezzi, pur non criticando del tutto l’operato del governo: “Continuiamo a sostenere la necessità di andare avanti sulla strada intrapresa all’indomani del grave errore commesso dal Governo eliminando del tutto lo sconto sulle accise, che resta comunque un’opzione da riadottare – si legge nella nota ufficiale -. Sarebbe sbagliato eliminare i nuovi cartelli indicatori dei prezzi e ridurre all’irrilevanza le sanzioni contro chi viola le regole, ma soprattutto chiediamo che, almeno in via transitoria, sia ridotta fortemente l’Iva sui carburanti (applicata anche sull’importo dell’accisa), portandola al 4%. Questo porterebbe a un risparmio di oltre 200 euro annui il risparmio a famiglia”.
I controlli della Guardia di Finanza
Il colonnello Alberto Nastasia della Guardia di Finanza, in audizione alla Commissione Attività produttive della Camera, circa la trasparenza dei prezzi dei carburanti ha reso noto che nel solo mese di gennaio sono stati eseguiti 2.518 interventi, contestando 989 violazioni.
Il Codacons sottolinea come i dati della Guardia di Finanza relativi ai controlli presso le pompe di benzina e alle violazioni riscontrate in tema di prezzi, «confermano in pieno le denunce avanzate dal Codacons nelle ultime settimane», e aggiunge: «Le violazioni sul fronte dell’esposizione dei prezzi al pubblico, le irregolarità e l’omessa comunicazione dei listini al ministero proseguono indisturbate. Una situazione grave che conferma, qualora ce ne fosse ancora bisogno, tutte le nostre denunce circa le anomalie dei prezzi e i comportamenti scorretti a danno dei consumatori».
Non ci resta, dunque, che attendere il prossimo 8 febbraio per capire se il Governo accetterà di modificare le nuove regole sui prezzi dei carburanti.