Il freno nell’automobile è un dispositivo importantissimo per la sicurezza degli utilizzatori della vettura: due sono i principali tipi di freno utilizzati in vetture e motocicli, quella a tamburo e quello a disco.
Il freno a tamburo è stato in certo senso il predecessore del freno a disco: tale cambiamento si è reso necessario in funzione di un problema di surriscaldamento che interessa le componenti del freno a tamburo in caso di frenata brusca o prolungata. I freni a tamburo sono composti da un tamburo circolare metallico e da uno o più ceppi rivestiti di materiale frenante, posizionati all’interno o all’esterno del tamburo, che al momento dell’azionamento premono contro il tamburo producendo una forza d’attrito che comporta la riduzione della velocità del mezzo. Le temperature raggiunte da questa tipologia di freno, che in alcuni casi sono appunto elevatissime, sviluppano un fenomeno (denominato “fade”, o “fading” in inglese) di riduzione delle prestazioni dell’impianto frenante, portandolo in alcuni casi fino alla sua deformazione. Contrariamente a quanto si crede, questo sistema ha una capacità frenante molto elevata, superiore dalle tre alle quattro volte rispetto a quello a disco. In realtà non è stato del tutto accantonato, ma viene ancora utilizzato come freno di stazionamento in alcune utilitarie dal peso ridotto che non necessitano di un impianto dalle elevate prestazioni, consentendo di contenere il costo complessivo dovuto anche alla sua facilità di implementazione nella vettura stessa.
Il freno a disco invece, presente oramai nella quasi totalità di vetture e motociclette, è composto da un disco metallico e dalla pinza che applica la pressione sul disco e che, tramite le pastiglie, riduce la velocità a seguito della forza attrito applicata. La pinza è azionata dalla pompa freno che tramite la pressione esercitata dal liquido freni aziona un pistoncino atto a spingere la pinza contro il freno. Nei modelli più semplici la pinza è mossa da un solo pistone (pinza flottante); nei modelli adottati nelle auto più costose e in quelle sportive vengono montate pinze fornite di due o più pistoni contrapposti a entrambi i lati del disco (pinza fissa) che garantiscono prestazioni migliori. Il freno a disco ha preso il posto del freno a tamburo non solo per le temperature dissipate più efficientemente, ma anche per le prestazioni migliori in condizioni di pioggia. Per viaggiare in sicurezza l’ideale è cambiare le pastiglie dei freni circa ogni 40.000 chilometri e il disco ogni 80.000. L’auto va comunque controllata nel caso in cui durante la guida si avvertano sintomi quali:
- risposta anomala del pedale;
- vibrazione dell’auto in fase di frenata;
- sibilo emesso dalla vettura in fase frenante (le pastiglie infatti sono progettate per emettere un fischio quando consumate quasi del tutto);
- il pedale raggiunge fine corsa prima di aver terminato la frenata, che potrebbe indicare la presenza di aria nell’impianto idraulico del freno o che il livello del liquido freni è diminuito, forse a causa di una perdita.