Uno dei grossi dilemmi che attanaglia l’automobilista nella scelta di un’auto nuova riguarda il cambio marce. Si tratta infatti di decidere se optare per il classicissimo cambio manuale oppure per il più moderno cambio automatico. Quest’ultimo fino a qualche anno fa era soggetto di un certo scetticismo da parte degli automobilisti, tuttavia negli ultimi tempi i progressi compiuti dalla tecnologia hanno fatto sì che le proposte delle case automobilistiche avvalorassero il cambio automatico che è diventata un’opzione molto apprezzata dagli utenti (sia che si tratti di auto di alta gamma, sia nelle vetture più piccole ed economiche). Il cambio automatico è da considerarsi un accessorio, sinonimo indiscusso di comfort alla guida: negli ultimi tempi è diventato uno dei plus più richiesti dagli automobilisti assieme ai cerchi in lega, ai sensori di parcheggio e alla telecamera posteriore.
La storia del cambio automatico è sicuramente più lunga di quanto ci si aspetti: sebbene i primi tentativi di svilupparlo risalgano agli inizi del Novecento, è solo negli anni Cinquanta che comincia a prendere piede su larga scala, ma solo negli Stati Uniti dove il prezzo della benzina poteva compensare le inefficienze, in termini di maggiori consumi, dei primi dispositivi. Per cominciare a vedere il cambio automatico in Italia bisogna attendere gli anni ’80 in concomitanza con la maturazione della tecnologia e il salto di qualità dell’elettronica. Ai meno esperti sembrerà strano, eppure di cambio automatico oggi se ne trovano una moltitudine di modelli racchiudibili in ben quattro tipologie:
- cambio con convertitore di coppia, è il sistema automatico più tradizionale. La frizione standard è sostituita da un convertitore idraulico collocato tra motore e cambio;
- robotizzato, è una specie di cambio semiautomatico perché i rapporti rimangono meccanici mentre la selezione e l’innesto delle marce sono affidati ad una centralina elettrica che converte l’impulso dato dal guidatore al momento del cambio;
- a innesto diretto con doppia frizione, è il più veloce di tutti nella cambiata. L’innesto è gestito elettronicamente ed è completamente automatico. Come suggerisce il nome, le frizioni sono due, una per le marce pari e una per le dispari, e ciascuna di esse è collegata ad un albero di trasmissione. Poiché i due alberi ruotano contemporaneamente le marce vengono ingranate due alla volta ma solo a quella selezionata viene trasmessa la coppia, cioè la potenza del motore. Questo tipo di cambio è detto anche DSG (Direct Shift Gearbox) o DCT (Dual Clutch Transmission);
- a variazione continua, è il sistema che in teoria consente il risparmio maggiore in termini di carburante. Detto anche CVT (Continuous Variable Transmission), consiste in una coppia di pulegge attorno alle quali è avvolta una cinghia. A determinare il rapporto di trasmissione è il diverso diametro della cinghia, la quale si allarga o si restringe a seconda di come ruotano le pulegge (e quindi dei giri del motore). L’efficienza di questo cambio è dato dal fatto che proprio in virtù del movimento continuo vengono generati di fatto rapporti infiniti. In questo modo il motore funziona sempre vicino al regime di coppia massima e quindi nelle migliori condizioni.
Molti tradizionalisti sostenitori del cambio manuale giustificano la loro scelta definendo quello automatico più “fragile”. Le moderne tecnologie hanno decisamente smentito questa credenza e, come tutte le componenti dell’auto, a fare la differenza sono sempre due cose: lo stile di guida e la costanza nella manutenzione. A tal proposito, l’operazione da tenere in considerazione e programmare è il cambio dell’olio, generalmente consigliato dalle case costruttrici ogni 50mila-60mila chilometri onde evitare che diventi denso. Si tratta tuttavia di indicazioni che possono variare in funzione dell’utilizzo che si fa della vettura: per esempio, se si guida molto in città bisognerà effettuare la sostituzione più frequentemente. Inoltre è bene sapere che non tutti gli oli sono uguali: si rimanda al libretto di uso e manutenzione dell’auto per individuarne la tipologia più adatta. Va infine segnalato che la sostituzione dell’olio non si tratta di un’operazione fai-da-te in quanto è piuttosto lunga e complessa e, nei casi più critici, prevede anche la sostituzione del filtro, della relativa guarnizione e della coppa; è dunque opportuno rivolgersi alla propria officina di fiducia.
Se stai valutando se il cambio automatico fa per te, proviamo ad aiutarti nella tua scelta con una piccola riflessione. Pensa al tuo stile di guida: se ami la comodità e sei disposto a spendere un po’ di più per guadagnare in facilità di guida, il cambio automatico è di sicuro la scelta giusta; se, invece, sei un guidatore esperto e non temi i cambi nel traffico oltre a voler avere il pieno controllo della tua vettura, il cambio manuale sarà la tua scelta numero uno. A scanso di equivoci usufruisci gratuitamente della possibilità di provare il cambio automatico richiedendo tale prova al tuo concessionario.