Nel viaggio all’interno delle componenti dell’automobile andiamo oggi a conoscere il ruolo ricoperto dalle piccole ma fondamentali “candele”. Innanzitutto la funzione cruciale delle candele di accensione è quella di incendiare la miscela di aria e benzina (discorso a parte per i motori diesel) contenuta all’interno della camera di scoppio: ciò avviene tramite una piccola scintilla che scocca tra gli elettrodi. Come nel caso della batteria, se le candele non sono in stato ottimale l’avviamento del motore diventa difficoltoso e talvolta impossibile; è pertanto opportuno inserire nel programma di manutenzione anche la voce “candele” in riferimento alla loro sostituzione. Quest’ultima non è un’operazione impossibile da svolgere in autonomia ma richiede una certa precisione, attenzione e manualità -indicazioni valide anche per la pulizia degli elettrodi. Nel dubbio, il consiglio è sempre quello di affidarsi al professionista del caso che sicuramente dispone di una strumentazione adeguata.
Conoscere in primis come sono fatte le candele è sempre un buon punto di partenza. Si tratta di un componente elettrico avvitato direttamente nei cilindri del motore. Di seguito le componenti specifiche: attacco o connettore; cilindro in ceramica o isolatore; coste; guarnizione anulare; guarnizioni interne; corpo metallico con filettatura; resistore; elettrodo centrale; elettrodo di massa.
Apparentemente possono sembrare tutte uguali, in realtà va tenuto bene presente che esistono vari tipi di candele. Ci sono, per esempio, candele che hanno differenti capacità di dissipare il calore, candele che hanno anche quattro elettrodi e altre che sono realizzate in platino, iridio, ecc. In generale, per quanto concerne le tempistiche di sostituzione si fa riferimento a quanto riportato sul manuale d’uso e manutenzione della vettura. A seconda della casa costruttrice e dei materiali impiegati si possono riscontrale delle differenze nelle tempistiche citate; in linea di massa si consiglia di effettuare questa operazione ogni 40-60mila km. A consumarsi chilometro dopo chilometro sono gli elettrodi che si assottigliano andando ad allargare lo spazio tra loro riducendo la loro capacità di scoccare la scintilla. Un’altra componente che andrebbe controllata è il cavo candela -uno per ogni cilindro. Se non è in buone condizioni un po’ di corrente si disperderà con il risultato che la candela non raggiungerà la giusta intensità che gli permette ancora una volta di far scoccare la scintilla.
Come anzidetto, un discorso diverso va fatto per i motori diesel, detti ad autoaccensione: ciò significa che il gasolio si accende da solo grazie alla pressione e all’elevata temperatura senza bisogno di alcuna scintilla. Non si parlerà più di candele in questi motori, ma di candelette: delle resistenze elettriche che restano accese solo per alcune frazioni di secondo e che hanno il compito di riscaldare la camera di scoppio quando il motore è freddo.